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icona calendario  16 08 2024

Zes Adriatica: opportunità a rischio?

Zes Adriatica

TERMOLI. «La Zes Adriatica: un’opportunità a rischio?». È quanto si chiede un gruppo di stakeholder del territorio, sin dall’autunno scorso, quando intervistammo anche il presidente dell’Autorità di sistema portale del Mare Adriatico Meridionale Ugo Patroni Griffi. Ci sono diversi imprenditori con collegamenti importanti in altre zone del Paese, che avrebbero pronte alcune soluzioni d’intervento per investirvi.

«Disegnare il futuro dei prossimi anni della nostra economia regionale è un esercizio che non può prescindere dal considerare l’impatto atteso della ZES Adriatica, e cioè della Zona Economica Speciale Interregionale che ci vede fare squadra con la vicina Puglia.

Fra le innumerevoli opportunità che ci attendono sulla prossima programmazione economica, infatti, questa è senza ombra di dubbio quella a maggiore propulsione di sviluppo. In un disegno generale che vede il Mediterraneo candidarsi ad assumere un ruolo di assoluta centralità negli scenari economici, energetici, culturali e politici futuri, le ZES sono oggi un potente acceleratore del tasso di crescita delle regioni meridionali. Istituita nel 2017, la ZES Adriatica, mira a valorizzare, per la parte molisana, l’area portuale, retroportuale e le ulteriori aree industriali connesse al porto di Termoli allo scopo di attrarre imprese e nuovi investimenti. La sua reale portata innovativa sarà misurabile non soltanto con le forme agevolative attivabili, tipiche di queste aree, ma anche e soprattutto, con i consistenti investimenti infrastrutturali che l’accompagneranno e che fin da subito trovano copertura nelle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Parliamo cioè di interventi preliminari e funzionali che riguarderanno: il Porto di Termoli, ove sono necessari adeguamenti strutturali per consentire, ad esempio, l’approdo di navi e traghetti Ro-Ro; i Sistema di Viabilità locale, che dovrà assicurare collegamenti altamente efficienti tra Porto, autostrada e ferrovia; la Viabilità interna al Cosib; la rete Ferroviaria, per la quale è previsto il raddoppio della linea Termoli-Lesina e, il più importante, potenziamento della linea Bologna-Lecce che introduce l’alta velocità sulla dorsale adriatica. La Zona Franca Doganale, (altro importante acceleratore di sviluppo) da impiantare ex novo con la realizzazione di costruzioni per magazzini, piazzali, aree di stoccaggio, ecc. Il Corridoio Adriatico, del quale è prevista l’estensione con la linea Ancona-Foggia, che porta con sé una serie di vantaggi in termini di priorità, prestigio, controlli strettissimi su tempi e costi di realizzazione, adeguamento agli standard più alti dei Tent-T e, soprattutto, priorità nell'assegnazione delle risorse dei bandi Cef. Il Corridoio Barcellona-Balcani il cui potenziamento, seppure si riferisce ad una linea di transito che non approda in Molise, ha comunque una positiva ricaduta sul nostro territorio dati i benefici scaturibili dalla possibilità di intercettare i traffici, sulla rotta trasversale Barcellona-Balcani, dal vicino porto di Ortona.

Si tratta dunque di interventi strettamente funzionali alla ZES che rispondono all’obiettivo di realizzare efficaci collegamenti tra l’area portuale e industriale e la rete infrastrutturale ferroviaria e stradale facente parte delle reti di trasporto principali, così da consentire ai distretti produttivi di ridurre tempi e costi nella logistica.

Il che permetterà al Molise di fare un grande passo in avanti ponendolo in una posizione geografica altamente interconnessa sulle principali rotte dei traffici, in entrata ed uscita dall’Europa.

In questo rinnovato contesto sono certamente da ricercare anche le premesse che hanno condotto alla notizia, ufficializzata ieri, del via libera alla realizzazione della Gigafactory Stellantis sul sito di Termoli (con la firma del Protocollo d’intesa tra Ministero dello Sviluppo, Regione Molise, Agenzia Nazionale Per L’attrazione Degli Investimenti e ACC). Lo stesso Carlos Tavares ha voluto sottolineare come l’investimento per il sito termolese potrebbe essere simile a quelli previsti per le fabbriche in Francia e Germania, che prevedono fondi e risorse per circa 2 miliardi di euro.

Volendo provare a dare l’idea di un perimetro degli interventi economici destinati ad atterrare, nel prossimo futuro, presso la nostra Regione è possibile citarne alcuni.

Nell’ambito dei Piani strategici di sviluppo il PNRR ha, ad esempio, destinato alla ZES Adriatica, 83 milioni di euro, di cui 24,35 milioni di euro su Termoli così ripartiti: 8,75 mln di euro per potenziamento viabilità interna e sistema di depurazione consortile; 15,6 mln di euro per la realizzazione della Zona Franca Doganale

Sempre nell’ambito delle diverse progettualità infrastrutturali coinvolte dalla ZES, va ricordato come all’interno del Contratto Istituzionale di Sviluppo (Cis Molise) si sia già dato il la alla realizzazione del Primo Intervento Funzionale sul Porto di Termoli. Il relativo stanziamento di 15,3 milioni di euro del CIS, per la realizzazione di un nuovo molo sottoflutto e l’imboccatura provvisoria, rappresenta tuttavia la copertura della sola Fase 1 che consentirà di fare un intervento fondamentale sul Porto per l'aumento dello spazio utile alla movimentazione di mezzi e merci. Nessuna notizia si ha invece della realizzazione del secondo e terzo lotto. Ricordiamo, infatti, come ad ottobre 2021 la Conferenza Stato Regioni avesse stanziato 30 milioni di euro per tale progetto.

La legge di Bilancio 2022 ha, inoltre, previsto un investimento di 5 miliardi di euro per l’Alta Velocità/Alta capacità della rete infrastrutturale ferroviaria Adriatica, cui si aggiungono 3,3 miliardi di euro di risorse già presente nel contratto di programma Rfi. L’auspicio è che la cantierizzazione dell’opera avvenga quanto prima e in tempi celeri.

La realizzazione di tali interventi produce due ordini di benefici per il nostro territorio. Alcuni misurabili nell’immediato, con l’incremento del tasso occupazionale e la positiva ricaduta sui redditi e sull’economia locale riconducibili all’avvio dei nuovi cantieri. Altri, invece, misurabili solo nel lungo periodo, trattandosi di opere che, una volta realizzate, non esauriscono il loro ciclo vitale nel medio-breve termine ma che restano acquisite al territorio anche per il futuro, continuando a stimolare l’attrazione di imprese legate alla logistica, ai trasporti, alla manifattura. Così mantenendo sempre aperta la nostra Regione a nuovi e futuri scambi.

L’attivazione della ZES Adriatica porterà inoltre con sé una serie di facilitazioni ad alta attrattività per imprese e investitori nazionali ed esteri, i cui punti di forza si configurano in: un nuovo modello di burocrazia “leggera”, con l’introduzione di un regime di autorizzazione unica per gli investitori, facente capo al Commissario di Governo (unico interlocutore per quanti intendano realizzare investimenti, il cui silenzio, oltre i tempi di risposta perentori, varrà come assenso ai permessi richiesti). Sono quindi ridotti i termini per alcuni procedimenti amministrativi: ambientali, autorizzazioni paesaggistiche, in materia edilizia, concessioni demaniali portuali. Si dimezzano, inoltre, i tempi per autorizzazioni, licenze, permessi o concessioni che richiedono pareri, intese, e concerti di competenza di più Amministrazioni; tale riorganizzazione del modello di governance massimizza enormemente l’efficacia dello strumento Zes.

Un pacchetto di Facilitazioni di tipo fiscale, quali: il Credito d’imposta (dal 45% per le piccole imprese al 25% per le grandi imprese) con un limite massimo fino a 100 milioni di euro (raddoppiato rispetto al limite iniziale di 50 milioni), esteso, oltre che ai macchinari, all’acquisto e realizzazione (anche con contratto di leasing) di immobili strumentali agli investimenti; l’abbattimento al 50% dell’imponibile IRES per un periodo di 7 anni (prorogabili di ulteriori sette anni a patto che siano mantenuti gli stessi livelli occupazionali durante il periodo dell’agevolazione); la sospensione dell’Iva e dei dazi doganali per le merci in transito o comunque stoccate e/o trasformate all'interno della Zona Franca Doganale finalizzata ad agevolare gli scambi internazionali di merci destinate sia all’importazione che all’esportazione (si tratta, quindi, di area ad alto interesse per quelle imprese, anche estere, dediti ai traffici internazionali o che vogliano fregiarsi del marchio “Made in Italy”).

Gli sgravi all’assunzione di giovani e donne. A queste misure, già definite, andranno ad aggiungersi gli ulteriori abbattimenti di imposte e tributi locali nella misura che sarà prevista dai rispettivi Enti competenti (Regione e Comuni) nell’ambito dei cosiddetti “Pacchetti localizzativi” (un insieme, cioè, di misure relative alle imposte locali – come esenzione Imu, Tasi, Tari – e alle semplificazioni di competenza). A tutt’oggi, purtroppo, si è ancora in attesa che tali pacchetti siano deliberati; motivo per cui non è possibile dare un quadro completo all’investitore esterno che intendesse realizzare un progetto imprenditoriale nell’area Zes! La messa a valore della zona speciale potrà essere tanto maggiore quanto più alta sarà la capacità del governo regionale di accompagnarla con concomitanti azioni di politica economica che siano coerenti, funzionali e propulsive rispetto alle finalità strategiche di sviluppo perseguite dalla Zes e dal Pnrr. Ciò significa indirizzare efficacemente tutte le risorse economiche della prossima programmazione regionale – a partire dai Fondi Strutturali europei per il periodo 2021-2027 (alle regioni meridionali, spettano complessivamente 54,23 miliardi, tra risorse europee e cofinanziamento, ai quali si aggiungono 1,2 miliardi del Just Transition Fund, per un totale di circa 56 miliardi) – ponendole al centro di una nuova strategia di reindustrializzazione volta a realizzare un ecosistema industriale locale avanzato e competitivo che si sviluppi lungo le direttrici fondamentali della innovazione, della ricerca e competitività per la transizione verde e digitale, che comprenda anche azioni rilevanti in materia energetica.

La grande mole di risorse che saranno concentrate sul nostro territorio (che, tornando ad essere annoverato tra le regioni meno sviluppate, usufruirà di una maggiore intensità di aiuto) dovrebbe perciò puntare a favorire la nascita di nuove imprese e lo sviluppo di un sistema produttivo focalizzato su prodotti e tecnologie ad alto valore aggiunto e ad alta sostenibilità ambientale, in coerenza con le prospettive tracciate dalla ZES che punta, nella nostra area, alla crescita dell’indotto generato dallo sviluppo della produzione energetica da fonti rinnovabili e idrogeno, nonché più in generale dalla green economy. Zes intesa, quindi, come piattaforma green oltre che piattaforma logistica.

È perciò indispensabile che tutte le amministrazioni regionali e locali, sviluppino al più presto una capacità di programmazione, spesa e attuazione assai maggiore rispetto al passato per evitare di incorrere negli stessi errori già commessi.

E veniamo, così, alle note dolenti. Senza considerare il fatto che abbiamo faticato cinque anni per arrivare al punto in cui siamo, va purtroppo rilevato come questo lungo periodo, che ha visto l’avvicendarsi di ben quattro ministri, non è stato sufficiente ad attivare la ZES che, a tutt’oggi, non ha ancora potuto vedere l’avvio. Ed infatti, fra le tante cose, manca ancora ciò che rappresenta un tassello fondamentale per sua la messa in opera: la formale nomina del Commissario di Governo. Nonostante il Presidente Mario Draghi abbia nominato l’Ingegner Manlio Guadagnuolo quale Commissario straordinario per la ZES Adriatica, da mesi tale nomina risulta ancora “in corso di finalizzazione” in attesa, a quanto pare, del sigillo della Corte dei Conti. Senza un Commissario, tutte le opere infrastrutturali, gli incentivi alle imprese, la zona franca doganale non potranno mai diventare fatti concreti. Ma non è tutto.

Lo scorso ottobre è stata annunciata l’entrata del Porto di Termoli nell’Autorità si Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale. Si tratta di un passaggio di grande rilevanza in quanto necessario a qualificare il nostro porto come idoneo a ricevere ulteriori fondi del PNRR. Con questa annessione, inoltre, le concessioni demaniali diventano di competenza dell’Autorità portuale con importanti vantaggi in termini di semplificazione burocratica. A stretto giro sarebbe dovuto arrivare il via libera del Consiglio regionale del Molise e del Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile di cui, tuttavia, ad oggi non si hanno notizie.

Ed ancora, tornando al CIS, dopo lo stanziamento, dei 15 milioni di euro per la realizzazione del primo lotto di interventi sul Porto di Termoli (la procedura di approvazione del piano urbanistico portuale è stata avviata nel 2019) il progetto è rimasto sospeso. È notizia di questi giorni della nomina da parte del Governo Draghi, del nuovo Responsabile Unico (Rup), solo che nel frattempo sono trascorsi ben tre anni! E degli altri due lotti (che innalzano la spesa a 30 milioni di euro) nessuna traccia. Così come pure nulla si sa in merito alla realizzazione del quarto lotto.

Ugualmente viene da chiedersi cosa ne sia stato del potenziamento e dell’estensione dei Corridoi europei che interessano l’Italia. Anche in questo caso i passaggi sembrano lunghi e complessi e di essi se ne perdono sistematicamente le tracce. Ed ancora: a che punto è la programmazione regionale sull’impiego dei Fondi strutturali europei? Qual è il reale costo che il territorio sopporta per effetto dei ritardi nell’attivazione dei relativi bandi (normalmente aperti in epoca più vicina alla scadenza del settennale che non al suo avvio) allorquando, cioè, non c’è il tempo sufficiente per l’adozione dei correttivi o, comunque, per favorire la realizzazione della spesa?

Le lungaggini e la complessità dei processi, che dalla programmazione portano alla realizzazione degli interventi, costituiscono purtroppo un grandissimo limite del nostro Paese ed un fortissimo freno alla crescita, economica e non solo. Definito un progetto di sviluppo questo andrebbe portato a realizzazione in tempi congrui, senza ripensamenti o tentennamenti. Sistematicamente accumuliamo, invece, ritardi fortissimi sulla fase realizzativa che incrociano continui avvicendamenti ai vertici delle istituzioni preposte, a danno di una visione ferma ed unitaria dell’idea progettuale.

Combattere la disarticolazione delle misure, la cui realizzazione passa frequentemente per una costellazione di passaggi burocratici frammentati e distribuiti su una pletora di enti e di competenze regolamentari diversi, deve diventare un imperativo imprescindibile. Diversamente, senza una decisa e concreta azione di semplificazione dei procedimenti amministrativi, e senza l’impegno di tutti a lavorare per scadenze assegnate, si rischia di non poter conseguire i benefici perseguiti e di portare a realizzazione progetti di investimento divenuti, nel frattempo, inadeguati e non più al passo con i tempi.

Nei giorni scorsi le opportunità di investimento nelle Zes meridionali sono state presentate dal Ministro Carfagna a Dubai dove, per sollecitare l’interesse degli investitori, il Sud è stato presentato non più come una periferia dell’Europa ma come la punta avanzata, e porta d’entrata, del Continente nell’area del Mediterraneo. Il Mezzogiorno diviene, dunque, protagonista di una nuova stagione di sviluppo ad alta intensità.

Realizzare questa sfida, tuttavia, anche per il nostro Molise, è solo compito nostro, e sta alle nostre capacità riuscirci laddove gli strumenti per poterlo fare oggi ci sono davvero tutti».

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